Italia, che figura!!! 4 big a casa e siamo i protagonisti sulla stampa mondiale...ma non per meriti sportivi.

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Quello che è successo ormai è sulla bocca di tutti, non serve davvero spiegarlo un'altra volta, ma i commenti - secondo la nostra opinione - non sono mai abbastanza.

L'Italia del volley ha conquistato ben un'intera pagina del quotidiano sportivo italiano per antonomasia.. La Gazzetta.


Ma non l'ha fatto per un successo o per un merito sportivo bensì per un caso che ci ha portato diretti anche sulla "bocca" di tutte le testate mondiali e protagonisti di una figuraccia dura da digerire. 
Partiamo dall'inizio ... Mattinata di Martedì all'insegna del grande subbuglio e caos quando rimbalza dal ritiro brasiliano la notizia dell'allontanamento di quattro giocatori, non siamo abituati a questi shock e tutt'ora c'è ancora un gran tram tram in rete di gente che fatica a crederci.
Riassumendo molto in breve (ormai saprete tutti a memoria la storia): Zaytsev - Travica - Sabbi e Randazzo avrebbero disatteso precise indicazioni sull'orario di rientro in albergo scatenando le ire di coach Berruto, che dopo un confronto con lo staff ha deciso di intraprendere la linea dura e mandare a casa i 4 azzurri.

NO.
La verità non la sappiamo nemmeno noi (difficile comunque che le vere cause vengano fuori).
E no, non vogliamo fare nessun processo nè tanto meno pretendere di saper interpretare al dettaglio la vicenda, tranquilli... In Brasile noi non c'eravamo. Oggettivamente, in un momento questo, non è nemmeno il problema principale.


PS : sicuro partirà il commento "tutti allenatori in Italia" (a parte che sì, due di noi hanno anche i tesserini); stiamo solo dando il nostro punto di vista (come sempre) senza l'ovvia pretesa di rispecchiare il pensiero di tutti.. Ma anzi, come spunto per un dialogo e commento anche se risulta essere contrario al nostro. Siete invitati a dirci, quindi, la vostra opinione ma in toni pacati :)

La bomba post mondiale, accuratamente accudita fino a qualche giorno fa, è scoppiata. E nel peggiore dei modi. 
Ormai era solo questione di tempo, perché era inevitabile, gli evidenti conflitti non sanati alla fine hanno preso il sopravvento.
Quello che però per noi è stato più evidente dopo questo increscioso episodio è che il percorso di questa Italia targata Berruto si sia arenato ben prima di questo episodio.
Il Mondiale, guardando indietro adesso con un occhio diverso, ne è stato un segnale evidente.
Siamo arrivati ad un punto di questo percorso (limite temporale fissato nel 2012, ovvero il classico quadriennio olimpico) dove dovremmo iniziare a vedere i frutti del lavoro seminato, dove ci dovrebbero essere almeno alcuni punti fermi e uno scheletro solido su cui costruire le certezze necessarie per ambire ad un importante risultato. 
Solo che ... Questo scheletro non esiste. O per lo meno, è davvero poco solido e molto risicato.
All'inizio dell'era Rio sono state fatte alcune scelte che ora sembrano essere messe altamente in discussione e che rischiano di mandare a monte gran parte del progetto... 
Prima di tutto la scelta di riporre la fiducia su un solo giocatore in cabina di regia, ignorando di fatto altri giocatori in grado di poter ricoprire, con la stessa se non maggiore efficacia, lo stesso ruolo (Baranowicz e Falaschi due nomi su tutti, ma la lista potrebbe essere più lunga).
Dal pezzo di Gian Luca Pasini sul suo Blog.
Scelta che, da un lato, ha anche in parte limitato la carriera di questi giocatori, tra l'altro. 
Il giocatore prescelto però ora si trova in Italia per motivi disciplinari.
Come tutti sapete il ruolo del palleggiatore è un ruolo chiave in un sestetto e se non occupato da un personaggio di carattere e da una figura autoritaria è davvero un bel problema impostare un gioco e trovare la quadratura di una squadra.
Situazione in cui si trova ora l'Italia, orfana del regista titolare e "allenato" alle competizioni e con un Giannelli che in meno di tre mesi si ritrova a passare da secondo (e ricordiamo: "lì per non creare rivalità" e quindi anche con una discreta tranquillità) a dover prendere in mano le chiavi della nazionale e ha portare un discreto fardello pieno di speranze sulle spalle, a soli 19 anni e con un solo anno di esperienza in Superlega. 
A meno di un mese da una World Cup che mette in palio i primi pass olimpici è una bella bega.

Il secondo problema si pone nel momento in cui si decide, senza preavviso e senza apparenti gravi demeriti e/o motivazioni, di modificare la delicata e fragile gerarchia di una nazionale togliendo il titolo di capitano da un giocatore per passarlo ad un altro.
In condizioni normali sarebbe comunque stata un'azione che avrebbe potuto lasciare strascichi ma in un situazione "bollente" come quella dell'Italia è stata davvero una scelta scellerata.
In un momento in cui c'è molta pressione e poca tranquillità è necessario che a "capo" ci sia una persona fidata e Birarelli era la persona perfetta. 
Pochi grilli per la testa, tanta esperienza, tanti titoli ma sopratutto una grande calma accompagnata da un grande capacità di mettere ordine in campo. Ma, per somma scelta di Berruto a ricoprire questo ruolo è arrivato invece uno dei due personaggi più discussi di questa squadra.
Quel Travica già al centro del tornado mondiale e già primo e indiscusso palleggiatore.
E anche qui, essendo sempre protagonista la stessa persona, siamo al punto di cui prima. Travica a casa e figura importantissima di capitano che rimane per breve tempo scoperta.
Niente paura, il buon vecchio Birarelli tornerà già da stasera a portare la fascetta.. Ma la sua "autorità" non sarà più ovviamente la stessa.
A cascata qui si collega un altro grossissimo problema.. La mancanza vera di un leader, in grado di sapersi imporre sui compagni e fare voce grossa in spogliatoio quando c'è da mettere ordine. 
L'ultimo in ordine temporale è stato Savani (come riporta anche l'intervista scoop di Volleywoodma dopo il suo ritiro questo vuoto non è mai stato riempito e ora se ne stanno pagando le care conseguenze. 
"A meno di un mese da un World Cup che mette in palio i primi pass olimpici è una bella bega." Pt.2

Chiuso il capitolo palleggiatore/capitano apriamo quello "opposto".
Anche qui alzi la mano chi ha qualche certezza.
Prima Vettori.
Poi ipotesi Zaytsev.
Poi ancora Vettori.
Poi Sabbi.
Sabbi non va rimettiamo Vettori.
Vettori non va rimettiamo Sabbi.
La somma? Ad ora non abbiamo un opposto realmente efficace e che sopratutto possa istillare fiducia e continuità.
E sulla carta solo 2 scelte.

Apriamo anche il capitolo Zaytsev, non poteva mancare.
Ora qui si apre un bel problema, perchè su di lui in questi anni sono girate molte voci.. Dal cattivone che decide tutto all'agnellino che in realtà non si è mai imposto.
Sta di fatto che a casa ci è andato anche lui.
Colui che era il secondo punto fisso messo da Berruto, il bomber-stella della nazionale che doveva risolvere le situazioni più difficili e trascinare verso i successi...
Altro enorme "buco" che si è liberato nel sestetto, e un sostituto per uno Zaytsev in forma non è così facile da trovare maggiormente in un lasso di tempo davvero corto. 

Inutile dire che Berruto le redini di questo gruppo non le ha mai avute in mano e che oggettivamente regna nello spogliatoio una gran confusione; e quella che doveva essere una seconda chance si sta rivelando un possibile buco nell'acqua.
Non ci è dato sapere se per incompatibilità dello stesso coach, se perchè per sua sfortuna si è trovato di fronte a giocatori dai caratteri difficili e poco malleabili o se perché invece non ha potere decisionale ed è sottoposto alle scelte che arrivano da sopra la sua testa.

Se prima abbiamo contestato l'operato di Berruto, la stessa parte di colpe l'hanno anche i 4 incriminati.
Forse il motivo di questo allontanamento non è solo da ricercare in questo episodio ma è oggettivamente inammissibile che giocatori di calibro internazionale, comunque grandi e vaccinati si prendano la briga di non sottostare alle regole della nazionale.
Sono prima di tutto un esempio ma sopratutto perchè tanto si grida di essere diversi dal calcio poi incredibilmente ricadiamo negli stessi errori.

Infine, il colpevole principale. La Federazione. Un organo che in questi anni ha dato spesso segnali contrastanti non favorendo sempre il bene del nostro sport ma politica e soldi.


Anche questa volta, una situazione che poteva essere evitabile e controllata con un loro maggiore interesse, si è allargata fino al punto di diventare un caso internazionale, ripreso dalle maggiori testate giornalistiche mondiali.  In conclusione? Per diversi anni si è passato sopra a tanti comportamenti/situazioni discutibili per consentire il raggiungimento di un obiettivo o di un risultato.. E ora, che siamo vicini ad un propabile colpo grosso il castello è stato fatto saltare per aria.
E' stato giusto secondo voi questo gesto così eclatante o la punizione è stata esageratamente severa?















Nel frattempo nel pomeriggio di martedì sono arrivate le scuse ufficiali dei giocatori a mezzo social: 









La vicenda non è certo finita. Quel che adesso rimane da fare è concentrarsi sui ragazzi a Rio e tifarli a più non posso, sperando che riescano a sgombrare la mente e anzi a superare questo momento con una forza mentale ancora più grande.
TUTTI SINTONIZZATI QUESTA STASERA, ORE 21 SU RAI SPORT 1 PER LA SFIDA ALLA SERBIA!

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