E' andata in scena ieri sera al PalaTrento davanti a 3300 tifosi la finale di andata di Coppa CEV fra la Trentino Volley e la Dinamo Mosca, la vittoria è andata alla squadra russa che ha espugnato il palazzetto trentino per la prima volta in assoluto in stagione. Il 3-1 fotografa perfettamente l'andamento del match che ha visto la superiorità netta dei russi in tutti i fondamentali.
La squadra di Stoychev, fresca vincitrice della regular season di Superlega, si è trovata di fronte quella che è la terza forza del campionato russo (dopo le inarrivabili Belgorod e Kazan), una squadra che si è dimostrata troppo forte, al momento attuale, per Birarelli e soci. Mosca ha una squadra tosta, con un impatto fisico sulla partita che in Italia probabilmente nessuna squadra può vantare; giocano in un campionato di altissima qualità e sono abituati a tenere livelli di gioco che - purtroppo - nel campionato italiano si vedono solo poche domenica in una stagione.
Parlando di fondamentali possono contare su 4 battitori al salto forte e 2 float molto insidiosi che hanno consentito di mettere in difficoltà la seconda linea trentina anche con le variazioni di ritmo (cosa che ieri sera ha pagato moltissimo); molte volte hanno mandato in difficoltà un bravissimo libero come Colaci.
In attacco Grankin, come sempre preciso e granitico, si è appoggiato molto su Kruglov (26 punti col 61% in attacco) e Biryukov (16 punti col 57%) ottenendo sempre dai due il colpo giusto nel momento giusto e vincendo la sfida a distanza con i giocatori di palla alta trentini nonostante la serata non certo eccelsa di Berezhko. Per quanto riguarda il muro la Dinamo è una squadra mediamente molto alta che non offre nessun "punto di riferimento" a muro in nessuno rotazione, riferimento che in Italia praticamente ogni squadra può offrire, a soffrire particolarmente questo tipo di situazione è stato Pippo Lanza che è stato spesso costretto all'errore diretto in parallela, preferendo la soluzione di forza piuttosto che un colpo interlocutorio o sulle mani del muro.
La cosa che più ci ha sorpreso è stato però l'atteggiamento difensivo dei russi, fondamentale in cui in generale non hanno mai spiccato le squadre sovietiche, e non parliamo solo di salvataggi miracolosi (vedi Ermakov che salva una palla in tribuna) ma di organizzazione pura, in particolare sulle coperture e sulle difese lunghe in posto 5/6 dove il difensore di turno, appostato sui 10 metri, ha spesso difeso con facilità la palla contenuta dal muro (in particolare sugli attacchi di Kaziyski). Le squadre russe si assomigliano un po' tutte, soprattutto nel ruolo dell'alzatore dove prediligono un tipo di giocatore moderno votato ai fondamentali d'attacco, rinunciando magari ad un po' di fantasia ; possiamo prendere ad esempio il Grankin di ieri ma se pensiamo agli altri top team russi notiamo come Travica (Belgorod), Butko (Novosibirsk) seguano le stesse caratteristiche; diverso il discorso di Marouf a Kazan anche se spesse volte Alekno gli preferisci il più "fisico" Kobzar.
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foto Giuliani |
In attacco Grankin, come sempre preciso e granitico, si è appoggiato molto su Kruglov (26 punti col 61% in attacco) e Biryukov (16 punti col 57%) ottenendo sempre dai due il colpo giusto nel momento giusto e vincendo la sfida a distanza con i giocatori di palla alta trentini nonostante la serata non certo eccelsa di Berezhko. Per quanto riguarda il muro la Dinamo è una squadra mediamente molto alta che non offre nessun "punto di riferimento" a muro in nessuno rotazione, riferimento che in Italia praticamente ogni squadra può offrire, a soffrire particolarmente questo tipo di situazione è stato Pippo Lanza che è stato spesso costretto all'errore diretto in parallela, preferendo la soluzione di forza piuttosto che un colpo interlocutorio o sulle mani del muro.
La cosa che più ci ha sorpreso è stato però l'atteggiamento difensivo dei russi, fondamentale in cui in generale non hanno mai spiccato le squadre sovietiche, e non parliamo solo di salvataggi miracolosi (vedi Ermakov che salva una palla in tribuna) ma di organizzazione pura, in particolare sulle coperture e sulle difese lunghe in posto 5/6 dove il difensore di turno, appostato sui 10 metri, ha spesso difeso con facilità la palla contenuta dal muro (in particolare sugli attacchi di Kaziyski). Le squadre russe si assomigliano un po' tutte, soprattutto nel ruolo dell'alzatore dove prediligono un tipo di giocatore moderno votato ai fondamentali d'attacco, rinunciando magari ad un po' di fantasia ; possiamo prendere ad esempio il Grankin di ieri ma se pensiamo agli altri top team russi notiamo come Travica (Belgorod), Butko (Novosibirsk) seguano le stesse caratteristiche; diverso il discorso di Marouf a Kazan anche se spesse volte Alekno gli preferisci il più "fisico" Kobzar.
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foto Trabalza |
Dunque questa partita ha lasciato la sensazione che, nonostante la superiorità dei russi, non sia stata una sconfitta nettissima, nel senso che il divario tra le due squadre non è poi così ampio e un tie break non sarebbe stato demeritato dai padroni di casa. Però tante volte nella pallavolo quando si gioca ad alti livelli la differenza la fanno i dettagli, come si è visto anche ieri sera.
Proviamo ad analizzare la prova dei giocatori trentini:
ZYGADLO: Parte subito innescando il gioco al centro, peccato che i posti-3 non lo aiutino nel suo intento facendosi murare, contenere o sbagliando in maniera diretta. Talvolta è impreciso nella palla su Kaziyski. La palla dietro su Nemec da posto 3/2 si rivela un problema per tutta la partita (possiamo dire per tutta la stagione). Lo slovacco non ha il braccio potente ed ha bisogno di una buona rincorsa per rendere al meglio, forse in quei frangenti l'apertura in 4 potrebbe essere la soluzione migliore. Nel complesso comunque non demerita ed i problemi di Trento non sono certo dovuti alla regia, viene sostituito da Giannelli a metà terzo set più per dare una scossa alla squadra che per demeriti.
NEMEC: Conferma le sue difficoltà contro squadre di alto spessore, gioca bene ed è efficace in fase di cambiopalla ma pecca in fase break. L'involuzione più evidente nelle ultime partite è quella del muro dove ha difficoltà sia a trovare punti diretti che toccate positive. Su palla scontata tende a chiudere troppo il colpo trovando spesso l'opposizione del muro russo. Chiude comunque con un buon bottino di 15 punti, tuttavia non possiamo negare che non è il tipico giocatore a cui appoggiarsi quando la palla scotta (un esempio su tutti: attacco in rete sul 21-19 per i russi nel quarto set, vanificando le speranze di rimonta). Per lui 13/26 in attacco, 1 muro, 1 ace e 5 errori su 16 colpi, 15 punti totali.
LANZA: Come dicevamo sopra, è il giocatore che più ha sofferto la fisicità del muro russo non riuscendo a trovare contromosse al problema. Sbaglia e si fa difendere molto in parallela, notoriamente il suo colpo migliore, e non riesce quasi mai a sfruttare il muro a suo favore. Il suo rendimento migliora con Giannelli in campo che gli offre una palla più veloce. Buona la sua prova al servizio dove contiene gli errori e trova qualche buona battuta. Per lui 12/28 in attacco, 1 muro, 2 ace e 2 errori su 16 colpi, 15 punti totali.
KAZIYSKI: Si trova sulla spalle quasi tutto il peso della palla alta trentina e solo a tratti riesce a sostenerlo in maniera efficace, poichè è evidente che il muro russo ha montato sul bulgaro un sistema di muro-difesa spietato. Chiude da top-scorer anche se nella sua partita pesano i troppi errori al servizio (rispetto agli standard recenti) e un paio di pestate da seconda linea nei momenti topici che gridano vendetta.
Bisogna però sottolineare che Matey in generale sostiene un grande peso nella economia della squadra trentina e quando viene sostituito in seconda linea da Fedrizzi, l'unico vantaggio è quello di far rifiatare un po' il bulgaro perchè la pericolosità dell'attacco cala drasticamente. Basta notare la diversa disposizione di lettura del muro russo ogni qual volta che in seconda linea c'era Kaziyski (con il centrale sempre pronto al salto sulla pipe) o Fedrizzi (con il trio di muro già schierato sui propri riferimenti d'attacco).
Per lui comunque 14/34 in attacco, 1 muro, 3 ace e 4 errori su 13 colpi, 18 punti totali.
BIRARELLI: Partita da montagne russe per il capitano trentino che alterna momenti di altissimo livello in tutti i fondamentali ad errori da cerchio rosso in attacco, a muro e anche dai 9 metri. Tocca qualche pallone a muro ma fatica a contenere la potenza soprattutto di Biryukov. Per lui 7/11 in attacco, 2 muri, 2 ace e 1 errore su 14 colpi, 11 punti totali.
SOLE': Solita ottima prova a muro per l'argentino (5) che però fa fatica in attacco, la situazione sembra migliorare quando in campo scende Giannelli ma non basta. Per lui 4/10 in attacco, 5 muri, nessun ace e 1 errore su 16 colpi, 9 punti totali.
COLACI: Alterna salvataggi e ricezioni miracolose ad errori quasi banali. Soffre molto la battuta float di Shcherebinin, nel complesso comunque una prova positiva per il libero pugliese.
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foto Trabalza |
La compagine trentina ora è arresa da una mission quasi impossible: vincere 3-0 o 3-1 in casa dei russi e conquistare il famigerato golden set. Buone notizie per gli appassionati: la partita sarà infatti visibile in chiaro su GazzettaTv, canale 59.
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