Club Italia in A1, forzatura o opportunità?

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Esultanza delle ragazze del Club Italia contro il Neruda Bolzano
E' in discussione in questi giorni, nella stanza dei bottoni del volley femminile nostrano, l'ipotesi di promuovere d'ufficio il Club Italia dal campionato di A2, dove milita attualmente, a quello di A1; se ne è parlato lo scorso venerdì, durante l'assemblea delle Società di Serie A. L'idea, promossa dal presidente Carlo Magri e dal c.t. Azzurro Marco Bonitta, sta facendo discutere gli appassionati che si chiedono se sia veramente opportuno avere un team federale composto da giovani atlete in un contesto altamente competitivo come quello della massima categoria italiana.
Il Club Italia ha iniziato nel 1998 a svolgere, sotto l'egida della FIPAV, la sua attività di formazione di giovani promesse della pallavolo provenienti da tutto lo Stivale, con l'obiettivo di fungere da serbatoio di talenti per la Nazionale maggiore; nelle sue fila sono passate attuali titolari della maglia Azzurra come Arrighetti, Centoni, Diouf, Chirichella, per fare qualche nome.
Da diversi anni disputa campionati di livello Nazionale (8 di B1 e 2 di B2), ma con risultati modesti; vanta anche un'apparizione in A2 nella stagione 2009-10, chiusa con il non proprio edificante record di 0 vinte – 30 perse, per un totale di 2 punti conquistati.

Marco Mencarelli, allenatore del Club Italia
Questo, tuttavia, era il quadro prima della stagione attualmente in corso. Le Azzurrine sono state infatti ammesse nuovamente alla Serie A2 (pur reduci da 3 retrocessioni sul campo in B1) e hanno stupito tutti con un cammino di tutto rispetto: dopo un periodo di fisiologico adattamento, sono iniziati ad arrivare i risultati e, a poche giornate dal termine, il bilancio è ora di 11 vittorie – 9 sconfitte, per un totale di 30 punti. Un bottino che vale al Club Italia il sesto posto in classifica, con una più che concreta possibilità di andarsi a giocare i playoff promozione.
L'artefice di questo risultato è l'ex c.t. Marco Mencarelli, da sempre apprezzato per il suo lavoro con le giovani e già campione del mondo e 3 volte europeo con la juniores. A suo vantaggio, ha potuto sfruttare di talenti particolarmente fulgidi come quello della stella della squadra, la classe '98 (!!) Paola Egonu, autentica rivelazione a questi livelli (anche se già da tempo sui taccuini di tutti gli addetti ai lavori, grazie in particolare alle sue strepitose doti atletiche) e capace di tenere una media di 4,7 punti/set; ma anche Anastasia Guerra, Anna Danesi, Ofelia Malinov (da gennaio): nomi di cui sicuramente sentiremo parlare a lungo nei prossimi anni. Ha aiutato anche 'inserimento di elementi con un po' più di esperienza, come il libero Ilaria Spirito ('94) che già vantava esperienze in A1 con Busto Arsizio.
Marco Bonitta, ct della nazionale femminile
Esperimento dunque riuscitissimo, quello del ritorno in A2; ma l'appetito vien mangiando, evidentemente, se è vero come è vero che dopo un solo anno si è appunto arrivati alla proposta di far approdare il Club Italia addirittura in A1. Diversi sono gli elementi che giocano a favore o meno di questa decisione. Da una parte, la possibilità per Bonitta (che assumerebbe, a quanto trapela, la guida della squadra) di allenare fin da subito le ragazzine che poi ritroverà nella Nazionale maggiore; ma soprattutto, l'opportunità per le giocatrici di confrontarsi fin da subito con un contesto altamente competitivo e allenante, attirando anche l'attenzione del pubblico degli appassionati, che già adesso ne segue in maniera attenta il cammino. Sull'altro piatto della bilancia, tuttavia, c'è il pericolo che le giovani Azzurre non reggano l'impatto della massima categoria e riescano a cogliere ben poco in termini di risultati, quando invece la A2 si sta dimostrando una dimensione loro più congeniale; questo rischio è accentuato dall'eventualità (certo non remota) che le migliori di questa stagione si vadano ad accasare in qualche squadra di club, privando il Club Italia del talento necessario a competere. La possibilità di finire a fare da sparring partner per le altre squadre dunque esiste; ma c'è da dire che, viste le ultime stagioni in cui diverse volte si è arrivati a fine regular season di A1 con squadre nettamente staccate in classifica (vedasi Forlì e Urbino quest'anno), se non addirittura con il campionato monco causa cancellazioni di squadre in corsa, la cosa non sarebbe poi così svilente per la nostra serie A in rosa.

Cosa ne pensate di questa possibiltà? Siete daccordo con la Federazione o credete che il Club Italia in A1 sarebbe solo una forzatura che abbassa il livello del campionato? 
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