Possiamo dire apertamente che nei giorni scorsi abbiamo tutti pensato - a ragion veduta, oserei dire - che la sfida con Portorico si doveva vincere da 3 punti e poche storie, con eventualmente anche la possibilità di far trovare un po' di spazio e continuità ai giocatori meno utilizzati, che tanto è inutile portarli prima e lasciarli muffire in panchina e piangere lacrime amare poi. Di qui a parlare di "spiagge", "festa", "passeggiata", come letto da qualche parte nella rete, ce ne passa, e i rossoblu ce lo hanno dimostrato.
Possiamo anche affermare che, vada come vada la partita di oggi con gli USA, questa sarà un'onta difficile da lavare, speriamo non da dimenticare (almeno per i ragazzi che oggi devono scendere in campo resettando totalmente il cervello, in tutti i sensi).
Forse la cosa più giusta l'ha detta Andrea Lucchetta: avevamo poche carte e ce le siamo giocate male. Vorremmo capire il senso di lasciare Colaci in tribuna (quando Rossini è in evidente difficoltà dall'inizio della competizione) in compagnia di Buti (si vocifera di un fastidio alla schiena, ma forse era da rischiare, vista l'impalpabile prova di Piano e Anzani). A cosa serve portare 3 opposti se sai dall'inizio che il tuo titolare non ne vuole sapere di spostarsi in 4 e tu non hai la forza di imporgli questa scelta? Perchè incaponirsi nel non fare i cambi, e poi buttare dentro gente a caso quando la nave sta ormai già affondando? Berruto per tutta la gara continua a guardare l'Ipad (chissà cosa pensava di trovarci scritto), Magri passeggia nervoso a fondocampo con un giacchettino alla Fonzie, mentre tutto il palazzetto grida a pieni polmoni per incitare l'incredibile sogno dei portoricani.
Dopo un primo set giocato giocato abbastanza bene e chiuso con sufficiente margine, gli azzurri sono sprofondati nel baratro nero che li insegue dall'esordio con l'Iran (o forse dalla disastrosa semifinale a Firenze con il Brasile?!), con le facce spaurite come se da maggio ad oggi ci fossimo dimenticati come si gioca e si vince a pallavolo, mentre dall'altra parte della rete i nostri avversari, senza nulla da perdere, onorano alla grande la sfida che li vedeva già perdenti e dimostrano di averci studiato alla perfezione. C'è da dire che Portorico sbaglia, non sarebbe impossibile riagganciarli, ma mettono in quei 81 m2 tutto quello che hanno e difendono come dei leoni. Parlano da sè le 3 azioni che nel 4° set portano i sudamericani sul 21-18: noi con 3-4 tentativi di attacco non chiudiamo un pallone nemmeno per sbaglio, loro si difendono alla morte e in tutte e 3 le azioni alla prima occasione di contrattacco chiudono. Berruto chiama tempo solo sul 23-20 dopo 2 nostri errori al servizio consecutivi!
Cosa possiamo fare adesso? Intanto mettercela tutta oggi contro gli USA, indipendentemente dal risultato tutti i tifosi si meritano di vedere dei ragazzi che onorano la loro maglia e sputano sangue su quel taraflex, senza paura di sbagliare e senza guardarsi in faccia quando le mozzarelle cadono per terra. Poi, se arrivasse la qualificazione, non ci sarebbe da festeggiare troppo, ma da analizzare il perchè di quanto accaduto nel girone iniziale, capire cosa si è inceppato nel nostro meccanismo e cercare di ripartire con nuovo entusiasmo e nuove motivazioni, convinti dei nostri mezzi e del bel gioco che sappiamo di poter esprimere. Se non dovesse arrivare il passaggio del turno, via ai meritati processi: il primo alla sbarra sarà sicuramente Mauro Berruto.
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