#nonesistesoloilcalcio ma bisogna impegnarsi

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Eravamo a Firenze anche noi, o per lo meno, tre/quarti del team Jumpin era a vedere le finali di World League.
Occasione enorme per il "nostro" sport e il nostro paese, sia come visibilità televisiva che come possibilità turistica e di conseguenza forse anche economica, capiamoci, Firenze di per sé raccoglie già tantissimi turisti per la meraviglia che è (chi era in città nel week end può confermare il "muro" di persone presenti) ma un evento come questo può attirarne molti di più e presentarsi come biglietto da visita per chi da fuori (estero e non) veniva a tifare beniamini/parenti/morosi/fidanzati.
Far conoscere il nostro paese, il nostro movimento, la nostra ospitalità e competenza, affacciarsi sul mondo della pallavolo internazionale.
Cosi oggi stavamo tirando un po' le somme e parlottando di finale/livello/scambi/giocatori e di come sia stato gestito questo "evento", cosa ci era rimasto più impresso in negativo e in positivo.
C'era stato effettivamente qualcosa che non ci aveva convinto e scorrendo un po' la home di Facebook abbiamo trovato un articolo, che ci è sembrato perfetto, da cui prendere spunto per collegarci e parlarvi di quello che a noi non è piaciuto. 
Partiamo dall'inizio, sabato finita la seconda semifinale siamo scese verse il campo come la stra grande maggioranza delle persone per incontrare qualche giocatore, fare 2 chiacchiere e qualche selfie.
Non contavamo sulla presenza dei giocatori italiani, ovviamente, perchè dopo una sconfitta maturata in quel modo era giusto e normale che fossero richiamati all'ordine e potessero confrontarsi fra di loro subito, subendo anche forse quella che potremmo definire una "meritata" lavata di capo.
Dopo che il nostro presentimento era stato confermato (erano rimasti sul campo solo Buti e Birarelli impegnati nelle interviste di rito) abbiamo pensato di appostarci all'uscita del palazzetto per captare umori, frasi, facce.
Qui è successo quello che non dovrebbe succedere (almeno per noi).
Una parte dei giocatori italiani è uscita e si è fermata a firmare qualche autografo, fare foto e chiacchierare, un altra parte è uscita "scortata" senza guardarsi intorno e senza fare neanche un sorriso a chi, alle 11 di sera passate e dopo una giornata afosa e lunga stava aspettando con ansia il proprio beniamino, pregando magari i genitori per potersi fermare un po' di più.
Questo è l'articolo da cui abbiamo preso spunto.

L'immagine è stata presa dal sito internet www.preparazionefisicaeducation.com
stesso sito e articolo che vi abbiamo linkato in "questo è l'articolo". 


In poche parole si parla di uno striscione presente al Mandela Forum in queste giornate riportante la scritta: #nonesistesoloilcalcio e in cui le ragazze autrici spiegano il motivo e l'idea sulla base del quale è nato.

"Volevamo dare voce a tutte quelle persone che pensano che ”non esista solo il calcio”
ma non hanno mai avuto la possibilità di essere ascoltate.
Il calcio nel nostro paese monopolizza i media e le coscienze opprimendo gli altri sport.
Monopolizza risorse finanziare lasciando le briciole ad altri fantastici sport. "


Vi invitiamo a leggerlo se avete anche solo 5 minuti ma la sostanza è che nel nostro sistema di "media" siamo considerati sport minore e relegano la pallavolo alle pagine finali dei quotidiani sportivi o addirittura solo nei trafiletti, dando invece troppo spazio ad uno sport, il calcio, che a livello di nazionale da' sicuramente molte meno soddisfazioni.
C'è stata sicuramente un'evoluzione importante, non neghiamolo, da come si era partiti poter assistere in diretta a quasi tutte (tranne una) le partite o in streaming è già un bel passo avanti.
Ma nonostante le vittorie, le soddisfazioni e le sgomitate non riusciamo mai a ritagliarci lo spazio che meritiamo su quotidiani e televisioni.
Non riusciamo mai ad attirare persone "estranee" o non praticanti del nostro sport.
Non riusciamo mai ad estenderci e catalizzare l'attenzione.
Ad avere una pubblicità capillare ed assillate per un evento come questo.
MAI.

Ovviamente indicare il "colpevole" è abbastanza stupido e impossibile.
Ci limitiamo a tirare fuori le solite cose.. I soldi che girano nel calcio, gli sponsor che usano i giocatori per pubblicità etc..
La questione dei diritti sportivi per tv ed emittenti..
Insomma, non c'abbiamo i soldi del calcio e di conseguenza ci teniamo il nostro angolino.
Vorremmo di più?? Si. Ne siamo sicuri? Forse no.
O meglio, si, ma forse non abbiamo pensato alle conseguenze, a come tutto cambierebbe e cosa, per ovvio, andremmo a perdere.
E qui si apre un dibattito: ormai è da un po' che ci sono due "correnti" di pensiero sulla questione, c'è chi vorrebbe andare a prendersi lo spazio del calcio, prime pagine, notizie sui tg sportivi, articoli e una risonanza maggiore sul paese.
E c'è invece chi sta bene così.
Con il suo palazzetto pieno (o comunque piuttosto pieno), con le sue chiacchiere con i giocatori alla fine di ogni partita.
Alla possibilità finito il match di poter scendere in campo con loro.
Toccarli.
Vederli e stargli vicino.

Quello che è successo sabato ci ha fatto pensare a questo.

Al fatto che il nostro è sempre stato uno sport di nicchia ma con un rapporto stretto tra tifosi e giocatori, un rapporto quasi alla pari.
Già con l'evoluzione che c'è stata alcuni giocatori diventano inspiegabilmente inavvicinabili (scortati, addirittura, da almeno 4 o 5 persone ognuno), se dovessimo fare la parte del "calcio" come cambierebbe tutto?
Come nello stadio.
I giocatori li vedi, dentro al loro rettangolo di gioco, che fanno il loro "lavoro", ma niente terzo tempo a fine partita.
Li vedi nelle riviste e ti "avvicini" agli allenamenti, con le foto mentre sono in auto o mentre sono in vacanza.
Andate voi a vedere se sono disponibili a scambiare qualche parola, parlando del tempo, di come stanno, della famiglia, a dispensare sorrisi per un'ora e a dedicare mezz'ora del loro tempo per rispondere a domande di un blog ancora piuttosto piccolo.
Anzi .. Prendere in considerazione l'ipotesi di rispondere ad un messaggio.
Insomma.. Noi non lo vogliamo un sport così.
Non vorremmo vedere giocatori che se ne vanno via così.
Ed è per questo che non ci è piaciuto sabato.
Non ci è piaciuto che solo alcuni abbiano gentilmente fatto a meno della scorta e si siano fermati (scazzati, arrabbiati e tutto quello che volete) e abbiano tirato fuori tutti i sorrisi migliori possibili per accontare qualcuno. 
E qualcun'altro no.

OCCHIO.
LEGGETE BENE, qui non si sta dando la colpa ai ragazzi.
Nessuno sa, men che meno noi, quale siano state le direttive date dalla security ai ragazzi.
Probabilmente sono stati obbligati ad accettare la condizione.

Sono partiti fischi e buu, forse non generosi e "giusti", ma per chi si è fatto un viaggio,ha speso soldi e ha convinto genitori non è facile vedere infranto il proprio "sogno".

E qui concludo, riprendendo il titolo..
#nonesistesoloilcalcio ma bisogna impegnarsi se si vuole crescere.
Continuare a dedicare tempo ai fans, continuare a farsi "amare" e ammirare, cercare di conquistare quanta più gente possibile anche con 3000 foto, perchè in fondo si parte così.
Dalla base.
1 tifoso dopo l'altro.
A passare la finale a incontrare ragazzine e fare in modo che si avvicinino al nostro sport, ancora di più.
E non vogliamo essere come il calcio ma da loro una cosa possiamo impararla.
Se è vero che le grandi aziende per promuovere i loro prodotti usano le grandi stelle sperando di invogliare la gente a comprare il loro prodotto, noi non possiamo fare altro che usare le nostre di grandi stelle per promuovere il nostro di prodotto.
Niente patate e scarpe .. Ma un meraviglioso SPORT.
E se per farlo vi chiedono un milione di foto #aggratis e due ore del vostro tempo noi vi chiediamo di farle e aiutarci.
Ai ragazzi e al movimento, a chi decide di "portarli" via sopratutto.

Ma dovreste essere voi, che lo fate per lavoro, i primi a capire che le "strategie" vincenti a volte non hanno nulla a che fare con soldi e/o marchi e/o sponsorizzazioni.
Le strategie migliori a volte hanno a che fare con sorrisi, tempo e tante PENNE!! 


Qui invece vi suggeriamo una bellissima lettera, scritta dal Ct Mauro Berruto, sul nostro sport.

Come sempre, i commenti sono sempre ben accetti, sia qui sul blog che sulla nostra pagina Facebook

Passo e chiudo.


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