
"Ci sono sere che vale la pena vivere.
Ci sono proprio quelle sere che, a qualsiasi età, vanno godute.
Almeno una volta nella vita, vanno spuntate dalle cose da fare.
Ci sono storie che se raccontate dal vivo e con "quel" trasporto, valgono più di mille insegnamenti.
Ci sono quelle parole che ti lasciano li, di stucco, e ti aprono il mondo. Quanto sia fragile la vita.
E poi ci sono persone come Jack, che hanno fatto un giro all'inferno e te lo raccontano.
Ci sono persone come loro che spendono tutta la loro grinta e la loro vita ad aiutare gli altri."

[Qui il link alla nostra prima "recensione-riflessione" sul libro di Jack]
La presentazione del libro si è poi conclusa con un momento festoso in cui
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si selfie chi può! |
Come promesso Jack ci ha dedicato 5 minuti per qualche domanda per il blog e noi ci siamo fatte trovare pronte!
Un resoconto di questo tour promozionale del libro, com'è andata, le tue impressioni?
"Allora, per ora tutti gli incontri stanno andando molto bene. Anche qua in Romagna ho trovato tanto affetto, tanta partecipazione...
Be' la tappa di Perugia è stata clamorosa perchè 650 persone ad ascoltare la presentazione di un libro è stata una cosa veramente grossa, anche la Mondadori era veramente entusiasta. Sono veramente felice, è bello perchè trovo tanto contatto con le persone, perché tante persone vengono a ringraziarmi per quello che ho scritto, per quello sto raccontando e per quello che sto facendo. Alla fine mi ripaga di quello che speravo, cioè che il libro fosse d'aiuto e fosse apprezzato sopratutto dalle persone che sono in difficoltà. Stiamo raggiungendo lo scopo che speravamo di raggiungere sono tanto felice."
C'è stato qualche incontro particolare, qualche persona che con le sue parole ti ha colpito in maniera speciale?
"Si, una signora che ha perso il marito da 2 anni mi ha detto che lei aveva tanta rabbia con suo marito, perché secondo lei in certe così si era lasciato un po' andare e ha detto che non lo aveva mai compreso. Leggendo il mio libro invece l'ha capito di più e adesso vorrebbe farsi perdonare e comunque l'ha perdonato lei, diciamo che è riuscita a mettere insieme alcuni pezzi che prima non era riuscita a fare. Altre persone invece mi hanno detto che sono state male e che erano malate nel momento in cui io sono tornato a giocare, anche a loro leggere il libro ha dato tanta forza. Un bimbo è venuto a salutarmi, aveva il linfoma l'anno scorso quando l'ho incontrato a giocare a Ravenna, è venuto a dirmi che ha già letto il libro insieme ai suoi genitori e adesso è guarito, sta bene e mi ha detto che sono il suo eroe.
Questi sono solo alcuni episodi, ne ricevo tantissimi e la gente spesso è commossa e mi da tanta soddisfazione... Penso che la fatica che è stata scrivere questo libro, perché in certi momenti e stato davvero faticoso, sia stata proprio ripagata."
Balza subito agli occhi che in queste serate è molto un dare da parte tua ma anche un ricevere, è una cosa bellissima.. Anche stasera si è visto moltissimo.. Anche tu stesso, secondo noi, da questi riscontri trovi una forza di andare avanti sempre maggiore...
"Esatto, ho sempre più determinazione perché vedo che c'è bisogno e sopratutto che il bisogno viene anche un pochettino esaudito da questi incontri. E poi ti dico la verità per noi è importante, io ogni volta che la racconto metto insieme qualcosa in più, ci sono anche delle cose che ancora non comprendo di quello che mi è successo e mentre le racconto e le ripeto comincio a metterle più al loro posto. Per me è molto terapeutico, io sono contento di affrontarle, esorcizzo nei momenti difficili e anche quando rileggo certi passi vengo ripiombato in quella realtà che purtruppo non dimenticherò mai ovviamente, forse anche per fortuna, riviverlo per me è importante"
Magari lo rivivi con più serenità nella vita di tutti i giorni..
"Si, anche perchè ti dico che riesco veramente a dare di più un senso a quello che abbiamo patito..."
Come associazione c'è qualche progetto nuovo all'orizzonte?
"C'è un progetto a Trento, abbiamo già acquistato e siamo pronti a donare (stiamo solo aspettando il giorno giusto) 3 macchinari per il reparto pediatrico oncologico dell'ospedale S.Chiara di Trento. Due macchinari che aiuteranno i bambini in difficoltà respiratoria, per respirare meglio durante le chemio e uno per i bambini diabetici che purtroppo oltre ad avere il diabete hanno anche problemi più gravi, tipo il cancro. Poi abbiamo aiutato ad arredare la sala d'attesa del day hospital pediatrico, mancavano un po' di cose, abbiamo comprato una televisione, dei tavolini, un po' di giochi. Li consegneremo presto e più o meno la donazione si aggira intorno ai 12000 euro."
Tornando un po' alla stagione sportiva appena conclusa.. 3 aggettivi per descriverla?
"Partirei con difficile: per tanti aspetti, com'era iniziata già questa estate, con tante grandi star che se ne andavano. Abbiamo dovuto ricostruire tutto.
Istruttiva perchè comunque, secondo me, abbiamo imparato tutti molto, anche da un'esperienza non semplice di sport. Piacevole: perché alla fine ho passato un anno con delle persone belle, ho conosciuto compagni nuovi e cementato l'amicizia con gli altri. Portiamo a casa tante cose belle anche da questa stagione."
Tu che l'hai vissuta da dentro, quanto ha influito l'inesperienza dell'allenatore e di alcune pedine nell'andamento generale dell'anno?
"E' difficile dirlo, io penso che quello che ha influito di più in assoluto nella nostra stagione siano stati quegli infortuni che abbiamo avuto a febbraio.
Di sicuro non li abbiamo gestiti bene, non abbiamo gestito bene i momenti che sono venuti dopo, potevamo sicuramente fare molto di più.
Siamo caduti un po' preda delle nostre difficoltà e l'abbiamo un po' pagata, è normale fosse uno scotto da pagare nel momento in cui ringiovanivi tanto la squadra, nel momento in cui perdevi tanti giocatori importanti tutti insieme.
In più anche Stoytchev era una guida ormai solidificata in quell'ambiente, ormai molto forte e comunque cambiare non è sempre facile"
In ottica nazionale, non so se hai visto queste prime partite, cosa ne pensi e dove arriverà questa squadra?
"Ho visto le prime partite e il livello è già altissimo, l'Italia è forte, stanno giocando veramente molto bene. Hanno tante pedine anche in panchina di altissimo livello, anche alcuni che sono rimasti a casa dal Brasile. Sono veramente forti e sono candidati alla vittoria del mondiale."
Ma Lanza oggi non era tra i convocati... (ndr: non abbiamo visto la partita, essendo presenti all'incontro. Da un primo tabellino, letto al volo sul momento, Lanza non era inserito. Leggendo poi meglio altri articoli, Pippo era in panchina).
"Pippo (Lanza) è un giocatore molto forte che esploderà ancora di più di quello che già ha fatto vedere, se vinciamo 3 a 0 e Lanza non lo facciamo neanche entrare pensa quanto siamo forti."
Tu hai avuto qualche contatto con Berruto?
"Ho avuto contatti con Berruto così... però non per andare in nazionale.
In questo momento continuo a lavorare, ma i palleggiatori che ha adesso (Travica e Baranowicz) sono stati scelti e hanno fatto una stagione eccezionale, Travica ha vinto tutto quello che si poteva vincere in una squadra difficile come quella del Celgorod, in un campionato difficile come quello russo, quindi grandi complimenti. Baranowicz è campione d'Italia venendo fuori da situazioni molto difficile di grande pressione con Macerata, quindi complimenti a loro, se lo meritano e cercherò di fare di più per potermi inserire."
Come scritto nelle prime righe, ci sono sere che vale la pena vivere, per sentire storie di vita incredibili.
Che danno carica e un senso a qualsiasi problema uno abbia.
Venerdì l'incontro era a Lugo, casa di una di una noi che vi scrive..
Città che conta 30000 abitanti su per giù, frazioni comprese, non ci conosciamo tutti vero, ma tante facce le vedi spesso.
In quella sala, mi aspettavo di vedere tante facce da pallavolo, di gente che gira sempre con un pallone in mano, perchè Jack è un giocatore simbolo, uno che ha vinto tanto ed è proprio dai campi di volley che ha iniziato a mandare il suo messaggio.
Invece, ho visto tante facce che conosco ma che con la pallavolo non c'entrano niente.. E li ho capito,più di prima, quanto questa storia sia entrata dritta nei cuori di tutti, quanto sia forte.
Ho visto la mamma di un'amica, la mamma di un ex compagno di classe.. Della pallavolo non sanno neanche in quanti si giochi.. Però di fronte alle immagini della finale scudetto e alle parole di Jack si sono commosse, hanno sorriso e hanno gioito.
Io credo che la meraviglia dello sport sia anche questa, partendo da un campo di volley, ha raggiunto i cuori di tutti. Con la semplicità e la "parlantina" contagiosa e meravigliosa che ha.
A volte dalla vita vogliamo sempre di più, che siano cosa materiali o non, e ci arrabbiamo e ci sentiamo "sfigati" se non le abbiamo.. Poi una sera vedo una bambina felice, perché può correre in braccio al suo papà, che ha visto il buio ma è tornato da lei e per lei, una bella doccia fredda che scaccia via qualsiasi capriccio. Queste sono le cose che contano. E a vedervi tutti insieme così felici a me si è riempito il cuore, come se la vostra felicità fosse anche la mia!!
Di seguito vi lasciamo qualche stralcio ricavato dalla presentazione del libro..
"Vi dico che mi è andata bene (con Alessia, ndr) perchè non è che me l'ero giocata tanto bene all'inizio, pero è stato veramente amore a prima vista. Pensate che lei era venuta alla festa della donna tirata dalle amiche, era fidanzata, e alla fine di quella serata non è che mi aveva lasciato il numero, non aveva voluto darmelo anche se io avevo insistito il giusto.
Il giorno dopo però mi arriva un messaggio suo con scritto soltanto: "Come stai oggi?", io non sapevo lei avesse il mio numero..
Ho scoperto dopo che qualcuno glielo aveva dato prima che lei lasciasse il locale, ho detto pero non è che posso sbagliare, se sbaglio è con un altra non con lei. Ho capito subito che era lei e quindi è andata bene, pensate che nei giorni dopo ci siamo visti, lei aveva lasciato il suo fidanzato, fortuna per me ma poveretto lui..
Mi ha detto: "guarda, io non so cosa sia questa cosa ma la voglio vivere, sento che la devo vivere". Praticamente noi da quel giorno ci siamo dati il primo bacio, e non ci siamo mai più separati, non è passato un solo giorno in cui non ci siamo visti o sentiti. Dopo solo due anni ci siamo sposati e dopo un anno dal matrimonio è nata Carolina."
"Ho sempre giocato in serie A e ho sempre giocato con grandi squadre, ho vinto tanto con la nazionale, con il club e anche in quegli anni stavano andando molto bene le cose, lì a Perugia avevo veramente conquistato la nazionale. Poi siamo andati a Macerata, insieme con Alessia, abbiamo vinto lo scudetto e ho vinto l'Europeo con la nazionale.
Ero veramente al top della mia carriera e il fatto che fosse arrivata anche Carolina coronava la nostra vita e la nostra esistenza, ero veramente un uomo felice e tutto andava benissimo perchè era tutto quello che avevo sempre desiderato. Ho sempre desiderato essere un campione di pallavolo, ho sempre ammirato gli sportivi che sono sempre degli esempi belli da seguire, sono sempre un modello, e io ho sempre sognato di diventarlo e quindi avevo coronato i miei sogni, avevo tutto quello che potevo desiderare perchè ho una bella famiglia di origine e mi stavo costruendo la mia famiglia ideale.
Tutto andava bene e poi dopo è successa una cosa.
Io sono andato a letto una sera come sto adesso, in piena forma completamente in salute, credevo, mi sentivo veramente bene e mi sono svegliato la mattina dopo che stavo male."
"All'inizio sembrava una cosa normale legata allo sport, mille dolori di uno sportivo, che siamo abituati ad ignorare perché comunque ne abbiamo tutti i giorni. Siamo abituati ad andare avanti, siamo abituati a farci una specie di armatura in cui niente ci tocca perché dobbiamo competere con gli altri, perché c'e tanta competizione per i ruoli che ricopriamo e c'e tanta competizione con gli avversari quindi non c'e tempo per aver mal di testa, febbre, male al ginocchio. Ci sono sempre partite da affrontare, tu devi essere pronto.
Poi però non potevo più ignorare il dolore che mi impediva di vivere la vita in maniera serena e normale."
"Il dottore mi ha preso le mani e mi ha detto "guarda ragazzo mio mi dispiace"... io mi sono gelato. "Mi dispiace tanto dirtelo ma abbiamo un problema: tu hai il cancro"
Cosi, 32 anni, mia moglie 28, Carolina 3. Io non ero pronto a sentirmi dire una cosa del genere, pensavo ad un problema serio fisico ma non pensavo una cosa del genere"
"Come ho reagito? Io ho pensato che fosse tutto finito, ho associato cancro a morte e quindi ho pensato che ero morto, finito tutto. Non avrei più rivisto Carolina, mia moglie, non sarei più stato con la mia famiglia, con i miei fratelli e i miei amici. Tutto quello per cui avevo lottato e sofferto non era servito a niente, mi avrebbero messo in buco e sarebbe tutto finito."
"Un pensiero poi è arrivato a soccorrermi, non so chi me l'ha messo nel cuore. Da quando è nata Carolina prego tutte le sere che se deve succedere qualcosa a lei succede a me, che se deve ammalarsi lei mi ammali io. La frase che mi ha riportato alla calma in quel momento è stata una frase del tipo: "me l'hai chiesto tu tu no? Vedila positivamente, si doveva ammalare tua figlia invece ti ho fatto ammalare te". Non so se sia stato un pensiero lucido oppure un attimo di follia.. A me però è servito."
"A volte ero triste ed ero arrivato anche pensare al suicidio, tante volte da quanto stavo male, avevo formulato nella mia testa anche il modo con cui lo avrei detto a mia moglie, ai miei genitori, ai miei fratelli, ai miei amici ed ero convinto che avrebbero capito, quindi io ero pronto a farlo...
Però a mia figlia, che aveva 3 anni, come glielo spiegavo? Il fatto che avevo lei e che magari a 15-16 anni avrebbe scoperto che il papà aveva mollato, che non ce l'aveva fatta e non aveva lottato mi ha fatto desistere, e mi sono detto: va bene ci provo fino in fondo.
"La paura della morte l'ho provata seriamente e quello che posso raccontarvi, che posso descrivere, è che è stato un momento in cui mi sono sentito profondamente solo. Ho realizzato che quando sei così vicino alla morte tu sei da solo. Che tocca soltanto a te, che puoi avere anche 50 persone accanto al tuo letto, ma tocca solo a te e arrivare a patto con questa cosa quando sei così giovane non è semplice.. A me ha aiutato tanto la fede"
"Poi il midollo comincia a combattere e inizio a provvedere a me stesso e sono tornato ad avere una vita dignitosa."
"Un giorno sono uscito a fare una passeggiata, prima 10 metri, poi un km e alla fine ci è tornata voglia di provare a giocare.
La pallavolo mi è mancata tanto, all'inizio ho pensato a sopravvivere, poi dopo mi mancava lo stare in squadra, in spogliatoio a dire cretinate con i compagni, preparare le partite e affrontare sconfitte vittorie.
Mi mancavano perché erano la mia vita, il mio sogno, quello che mi piace fare.
Quando mi hanno detto che potevo tornare io ci ho puntato subito, forte
L'ho vista anche come opportunità di trasmettere speranza alle persone."
Com'è finita lo sappiamo tutti ..
Domenica 12 Maggio rimarrà nei cuori di tutti, Trentini e non per molto tempo..
Dopo aver assestato il definitivo gancio del ko al cancro, una favola e il destino regalano a Jack uno scudetto e un premio da mvp.
Di tutto il libro, meraviglioso, mi premeva parlare di un "capitolo" importantissimo, per chi come me vive di sport di squadra..
Di chi come me cerca di insegnare questo sport e lo fa sopratutto con ai bambini, a cui devi anche insegnare il concetto di squadra e gruppo prima di tutto..
Aiutare ad assorbire i valori di vita che la palestra ti può trasmettere..
Quando Rapha, palleggiatore titolare di Trento, si infortuna in gara 4 probabilmente avrebbe avuto tutto il diritto di incazzarsi con il mondo, di sbraitare, urlare.
Invece scrive a Jack ".. tocca a te. Però non preoccuparti, sappi che questa cosa la affrontiamo insieme, andrà tutto bene".
E poi.. Gli avversari, che ti contendono lo scudetto..
Il titolo italiano, la conquista forse maggiore per uno sportivo..
Mettono da parte l'ambizione personale per dirti che chiunque vinca saranno comunque contenti..
E poi ancora l'innocenza di una bimba che vista la preoccupazione del padre gli ricorda che : "Va bè non la giochi mica da solo. C'è Bira, c'è Matey, c'è Baretto, c'è Pippo, c'è Osmany ti aiuteranno loro, no?".
"Ragazzi, li conosciamo bene, loro conoscono noi.
Ora scendiamo in campo, ma ricordatevi bene che oggi noi giochiamo per Jack, giochiamo per Rapha, giochiamo per il nonno di Matey, che scomparso da poco.
Questa è una guerra: là fuori è pieno di gente che vorrebbe vederci perdere, e sapete perchè? Perchè ci invidiano. Ci invidiano perchè siamo forti, perchè voi siete una squadra eccezionale. Ve lo dico da uomo: siete dei grandi giocatori, e siete dei grandi uomini."
"Poi ci sono le persone che vorrebbero vederci vincere: quelle che ci vogliono bene, quelle che per noi contano. Oggi giochiamo anche per loro. Quindi adesso alziamoci, usciamo là fuori e vinciamo questa guerra." (discorso di Rado prima di scendere in campo per gara 5, pag. 180)
Il link al libro, edito da Mondadori
Il link alla pagina ufficiale di Jack
Il link alla pagina ufficiale dell'associazione di Jack
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