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giovedì 24 aprile 2014

Dove andremo a finire? Dal presidente Sirci a Cuneo e Piacenza


Il momento del volley italiano viaggia su due linee che vorremo con tutto il cuore definire parallele (ergo, non si incontrano mai) ma in realtà non si può raccontare l'una senza dimenticare l'altra.



Da una parte si sta giocando una finale scudetto tanto inaspettata quanto equilibrata ed entusiasmante, stiamo riscoprendo una piazza come Perugia che si sta innamorando nuovamente di uno sport come non le succedeva dai tempi d'oro della squadra femminile. Gran parte del merito va iscritto ad un personaggio che nella pallavolo moderna serviva come il pane, il presidente della Sir Safety Gino Sirci, il primo tifoso della sua squadra; ogni sua intervista trasuda entusiasmo e passione per questo sport, un personaggio dinamico e moderno che partendo da Bastia Umbra è arrivato in pochi anni alla finale scudetto. Sia in gara 4 di semifinale con Piacenza che in gara 2 di finale con Macerata al PalaEvangelisti erano presenti 6000 persone (probabilmente anche più del consentito), e lui era il primo ad unirsi alla curva del Block Devils con passione tanto da dichiarare a fine partita: "Eh certo con tutti i soldi che tiro fuori ci mancherebbe altro che sto lì impassibile! Io mi pago la festa, me la faccio e me la godo". 

Pochi minuti dopo il fischio d'inizio della partita di Perugia a 500 km di distanza andava in scena un altro spettacolo, di tutt'altro genere, sempre di una partita si tratta, valevole per il ritorno della semifinale per i playoff del quinto posto fra Cuneo e Città di Castello; sportivamente parlando c'è in palio poco (parliamoci chiaramente, di questa qualificazione alla Challenge Cup frega nulla a nessuno) ma sentimentalmente parlando per i Blu Brothers, il gruppo di tifosi organizzati di Cuneo, c'è in palio tutto. E' infatti quasi certo che il prossimo anno la loro squadra trasferirà armi e bagagli nella vicina Torino inseguendo uno sponsor (FIAT) che garantirebbe futuro e moneta sonante alla società del presidente Lannutti. Non contestiamo di certo la scelta della proprietà cuneese che è libera di decidere per quello che ritiene essere il meglio, ma vogliamo fare una riflessione su quanto sta succedendo sia in Piemonte che nella vicina Piacenza dove in una

conferenza stampa di pochi giorni fa il vulcanico presidente Molinaroli ha annunciato di lasciare la presidenza della società Copra Elior Piacenza e di mettere in vendita titolo e organizzazione. Se per Cuneo si parla di trasferimento della squadra a Torino per Piacenza la voce più pressante delle ultime ore è quella del possibile spostamento (quasi un ritorno) a Milano. 




Vanno fatte due diverse valutazioni delle due situazioni, la prima riguarda la parte sportiva e dell'impatto metropolitano sul volley; la seconda sulla componente secondo noi più importante del volley ma che troppo spesso è bistrattata: quella dei tifosi. 

Dal punto di vista sportivo il trasferimento di due squadra di "provincia" in due metropoli come Milano e Torino ci lascia con un grosso punto interrogativo; inutile negare l'evidenza, sembra che la strada indicata dalla nuova pallavolo tenda a coinvolgere le grandi città, anche il progetto SuperLega letto fra le righe porta a pensare a quello. Tutto questo nonostante negli ultimi 20 anni il volley si sia affermato come sport di provincia, che non vuole essere una cosa sminuente anzi, basta pensare alla grandi piazze che sono state protagoniste : la storica Modena, Treviso, Macerata, Trento, Cuneo, Piacenza, Montichiari, Perugia, Vibo Valentia, Verona. Piccole città dove il rapporto fra la squadra e la gente è diretto, quasi personale possiamo dire; città dove spesso il volley è il primo sport e dove non c'è contaminazione da parte del calcio. Pensiamo poi ai fallimenti che il volley ha avuto nelle grandi metropoli, parliamo di Milano con il caso Sparkling (Travica e Martino), o la M.Roma Volley costruita per vincere e presto abbandonata con relativi debiti ancora in essere. Questo non significa che il destino delle due società sarà questo però ci permettiamo di essere un pò dubbiosi sulla reale opportunità, e sul reale vantaggio di spostare il volley nelle grandi città.
Per quanto riguarda la parte relativa ai tifosi possiamo capire perfettamente lo stato d'animo di due storiche tifoserie come i Blu Brothers di Cuneo e i Lupi Biancorossi di Piacenza che vedono la loro passione scivolargli dalle mani senza quasi poter fare nulla. Carmelo dei Blu Brothers ed i suoi ragazzi hanno provato a far sentire la loro voce ieri prima di quella che poteva essere l'ultima partita in casa (in realtà mercoledì è in programma la finale di playoff per il quinto posto), ritardando l'inizio del match con lancio di carta in campo e con una pacifica invasione di campo nel corso della partita.


I Blu Brothers, anche se talvolta con comportamenti che hanno fatto storcere il naso, si sono sempre contraddistinti per la passione con cui hanno seguito la loro squadra negli ultimi 25 anni, la stessa passione che stanno mettendo adesso per far capire che loro non vogliono perdere la squadra e piegarsi alla logica degli sponsor; se qualcuno vuole investire in uno sport, perchè non farlo in una piazza storica come Cuneo?
Il giorno prima, nell'immediata vigilia di gara1 di finale scudetto femminile all'esterno del PalaBanca abbiamo assistito al presidio dei tifosi di Piacenza a sostegno del presidente Molinaroli e per sensibilizzare l'imprenditorialità piacentina a subentrare allo stesso nella società emiliana. Anche i Lupi sono un gruppo ormai storico che , come dice un loro coro, è innamorato di volley e della sua squadra; un gruppo sempre presente sulle tribune di tutti i palazzetti d'Italia.
Negli ultimi giorni sono stati lanciati sui social network due ashtag da parte dei due gruppi  (che stanno ricevendo solidarietà da parte di tutti i tifosi italiani) #toriNO e #milaNO! Quello che vogliamo dire è che se davvero questi scenari diventeranno realtà il volley italiano non solo perderebbe due piazze importanti e storiche come Cuneo e Piacenza (dopo aver già perso Parma, Treviso e Montichiari) ma perderebbe un patrimonio di tifo e di passione che siamo sicuri sarà quasi impossibile ritrovare.

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